Artemisia Gentilischi è nata a Roma 8 luglio del 1593 e morta a
Napoli il 14 giugno del 1653,è stata una pittrice italiana, figlia di
Orazion Gentileschi. Sin da bambina coltivava l’amore per la pittura,
riprende dal padre il limpido rigore disegnativo. Nelle sue opere la
forte drammaticità ricorda le opere di Caravaggio ma si vede anche una
forte carica teatrale nei protagonisti. Il padre la incoraggia nelle sue
scelte e ne riconosce il talento, ma sappiamo quanto sia difficile per
una donna il mondo della pittura, un mondo di soli uomini.Il padre
insegnarà a lei il suo mestiere e gli trasmetterà l’interesse per il
Caravaggio, che in quel periodo è all’apice del suo successo.

Autoritratto come allegoria della Pittura, 1638-39, Royal Collection, Windsor
Nel 1611 c’è lo scandalo ed inizia la causa contro Tassi da
parte di Orazio Gentileschi, che lo accusa di aver stuprato la figlia,
il processo va avanti per alcuni mesi, ed Artemisia sarà messa a dura
prova. Nel 1612 il processo è vinto e Tassi sconterà alcuni anni in
galera.Per via dello scandalo La pittrice si trasferisce a Firenze, non
prima di avere un contratto di matriminio riparatore con un piccolo
borghese, da cui sembra che la giovane rimane molto colpita. A firenze
ricomincia a dipingere ed elabora una sua tecnica ispirata a Caravaggio e
suo padre.

Giuditta che decapita Oloferne (1612-1613), Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli
Lei prediligie tinte più violente con le quali crea giochi di
luce ed ombra magistrali.Nei suoi pesonaggi c’è un maggior realismo
dovuto alla forte tensione che attraversa le figure. Il resto della sua
vita lo passa spostandosi da una città ad un altra, dovuto alla sua fama
che cresce. La sua vita termina nel 1652 a Napoli. Dove nonostante il
successo riscosso in gioventù, muore sola e dimenticata da tutti.
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