martedì 6 marzo 2018

CHARLES BAUDELAIRE

Charles Baudelaire nato nel 1821, dopo un adolescenza triste e un viaggio in oriente, passa quasi tutta la sua vita a Parigi  cercando di realizzare un’esistenza dedita al culto dell’arte e della bellezza, ma fu perennemente assillato da difficoltà economiche. La sua vita fu un alternarsi tra successi e fallimenti. Tradusse  i racconti di Edgar Allan Poe, pubblicò nel 1857 la sua raccolta di liriche I fiori del Male. Morì a 46 anni nel 1867.  Baudelaire è riconosciuto come  il maestro dei parnassiani e dei simbolisti,la cosa che lo accomuna ai Parnassiani e il culto della perfezione formale, il ripudio categorico per il verso approssimativo e facile. Ma per il resto la distanza è enorme, Lui rifiuta l’oggettivismo marmoreo e un po’ freddo dei parnassiani, realizza una poesia dove l’uomo è sempre in lotta con se stesso, tra i suoi alti e bassi cercando sempre di rialzarsi, questa continua altalena tra ennui e Idèal, tra disgusto di se e noia esistenziale da un lato e aspirazioni ideali dall’altro. L’atteggiamento di Baudelaire è dato dal suo sentirsi esiliato e angelo caduto e di sentirsi straniero nel mondo in cui vive.
L’ALBATRO
   Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vďaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.

E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell’azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com’č goffo e maldestro, l’alato viaggiatore!
Lui, prima cosě bello, com’č comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L’altro, arrancando, mima l’infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell’arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.”

L’autore fa un paragone tra la condizione di vita dell’albatro, un uccello marino e la sua. I temi di questa lirica sono essenzialmente due: l’albatro è lui, libero e capace da sollevarsi da terra e volare in alto; i marinai che stuzzicano l’albatro sono come la gente comune che lo deride.

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